Torbole sorge in un luogo privilegiato, sulle rive del Lago di Garda e ai piedi del Monte Baldo, in una posizione incredibilmente panoramica e gode di clima e flora mediterranei. Prima della costruzione della Gardesana le acque del lago lambivano le case del borgo in pittoresche calette e l’apertura dell’orizzonte verso sud ha sempre invitato a immergersi nel sole e nel blu. Non c’è da stupirsi quindi se la sua bellezza ha così spesso ispirato artisti, poeti e pittori paesaggisti.
Michel de Montaigne
Il primo scrittore di fama mondiale a inserire Torbole nei suoi scritti fu Montaigne, che ne parlò nel suo diario. Il filosofo e pensatore si dedicò per tutta la vita alla stesura dei suoi Saggi, che divennero un modello per la prosa moralistica francese successiva. Tra il 1580 e il 1581 compì un viaggio di piacere e terapeutico in Francia, Svizzera, Germania e Italia. Arrivato a Torbole così la descrisse:
“Torbole, piccolo villaggio della giurisdizione del Tirolo, è situato alla testa del grande lago. Dall’altra parte di questa testa c’è una cittadina e un castello chiamato la Riva (…) non si vede la fine del lago la cui lunghezza è di 35 miglia. La larghezza, per quanto si poté vedere è di 5 miglia. La riva a nord è del conte del Tirolo, mentre tutto il resto del lago è della signoria di Venezia. Qui vi sono molte belle chiese e ovunque si trovano dei bei parchi con oliveti, aranceti e altri simili frutteti. Il lago è soggetto a burrasche estremamente furiose quando si scatenano temporali. Montagne aspre e aride come non se ne avevano viste durante il viaggio si ergono intorno al lago”.
Johann Wolfgang von Goethe
La più celebre descrizione del borgo di Torbole è però senza dubbio quella di Goethe, che ne subì intimamente il fascino e lo descrisse nei suoi Ricordi di viaggio in Italia. Il poeta pernottò qui, nella Locanda alla Rosa di Martino Alberti, il 12 settembre 1786.
“Con che ardente desiderio vorrei che i miei amici si trovassero ora per pochi istanti al mio fianco, per poter godere della vista incantevole che ho davanti. Avrei potuto arrivare a Verona già questa sera, ma avrei perso uno stupendo spettacolo, quello del lago di Garda di cui non mi volevo privare; così mi trovo splendidamente compensato di avere allungato il cammino (…). Dalla camera dove scrivo, si scende nella corte; ho portato là il mio tavolo, ed ho preso uno schizzo della vista. Si scorge il lago in quasi tutta la sua lunghezza”.
Il Grand Tour
In seguito, sulla scia del grande scrittore e poeta, molti pittori e artisti, soprattutto di lingua tedesca, inserirono Torbole come tappa del Grand Tour, il viaggio che tra il XVII e il XIX secolo era compiuto dai nobili europei per nutrire l’anima di italica arte, storia e bellezza.
Carl Friedrich Heinzmann
Tra questi Heinzmann di cui ricordiamo lo splendido Porto di Torbole sul lago di Garda (1846). Allievo di Seele a Stoccarda, aveva studiato pittura di paesaggio con Wilhelm von Kobell a Monaco. Heinzmann ritrae la vivace e pittoresca attività portuale con colori incredibilmente sfumati e con una luce mattutina resa in modo molto sottile. Le navi vengono caricate e scaricate, i contadini portano le loro merci e un ragazzo guida un piccolo gregge di capre attraverso le arcate dell’edificio portuale.
Peder Mørk Mønsted
Peder Mørk Mønsted fu un pittore paesaggista danese (1859-1941) influenzato dall’Impressionismo francese. I suoi paesaggi sono il frutto di una lunga contemplazione. Affascinato da laghi e corsi d’acqua realizzò numerose vedute di Torbole che assumono spesso l’aspetto di visioni.
Hans Lietzmann
Il pittore tedesco Hans Lietzmann (1872 – 1955) elesse Torbole come sua seconda patria. Dopo essersi formato come pittore all’Accademia delle Arti di Berlino, nel 1899 acquista a Torbole un grande oliveto sulle rive del lago (dietro l’attuale Albergo Paradiso) dove fonda una scuola di nudo dalla quale usciranno pittori di notevole talento. La prima guerra mondiale interromperà questa esperienza ma Lietzmann alla fine del conflitto torna a Torbole. Nel 1924 ottiene un’importante commissione per la società prussiana della Bibbia: la realizzazione di 60 Scene Evangeliche, per le quali sceglie l’ambientazione nel paesaggio gardesano. L’opera resterà però incompiuta.
A Torbole e nelle città vicine rimangono molte sue opere: sulla facciata verso il lago di Casa Beust un suo affresco rappresenta Sant’Antonio che predica ai pesci. Così scrive della sua arte l’esperta tedesca Isa Nüssgruber:
”Mai compare un colore accecante nella tavolozza di Hans Lietzmann; spesso invece quei bagliori talvolta misteriosi della luce del sud che avvinsero il pittore ancora in giovane età al suo primo incontro col Garda”.
Koloman Moser
Pittore austriaco rappresentante dell’Art Nouveau di Vienna. Nel 1904 si recò una prima volta, in compagnia della sua futura moglie, sul Lago di Garda, a Verona e a Venezia. Tornò a Torbole nel 1912, in quest’occasione dipinse il celebre profilo dei monti ora al Museo del Belvedere di Vienna.
Albert Paris von Gütersloh
Pseudonimo di Albert Conrad Kiehtreiber (1887 – 1973), è stato un pittore e scrittore austriaco. È considerato il padre spirituale della scuola viennese del Realismo fantastico, che combina la chiarezza e il dettaglio – che alcuni hanno paragonato alla pittura fiamminga primitiva – a un simbolismo spesso religioso ed esoterico.
La sua Torbole è trasfigurata in un paesaggio in cui i contorni di case, montagne e alberi si intrecciano in un intarsio solare e ipnotico.
Fernando Cian
Concludiamo la nostra carrellata – non certo esaustiva – di artisti che hanno cantato e ritratto Torbole, la sua bellezza e la sua poesia, ricordando lo scultore Fernando Ciancianaini (1888- 1967) in arte Cian, che a Torbole abitò a lungo. Discendeva da un’antica famiglia di scultori di Carrara e fin da giovane aveva appreso l’arte di modellare e scolpire nel marmo. Dopo aver raffinato la sua arte a Parigi, si stabilì definitivamente a Torbole in una villa in riva al lago, dove fu subito noto per i suoi lavori in terracotta e in bronzo. La sua arte era rigidamente classica, si dedicò prevalentemente a soggetti religiosi ma non disdegnò quelli profani. Suoi sono ad esempio i busti di Dante nei giardini pubblici e di Goethe in piazza degli Alpini.